Vede Alessandro, non è che mi lamenti, non mi manca niente, houn lavoro, degli amici – non tanti ma abbastanza – non sono unemarginato – un…– è sempre così difficile in città, vero? però mipare di andare a poco a poco alla deriva.
Michele Fazioli, Circolo dei Libri, 26 febbraio 2021 Questa sua ultima prova letteraria conferma il suo pieno possesso di registri narrativi ricchi, diversificati, sensibili, che questa volta vengono proprio allineati in una invenzione di ritmi e mutazioni all’interno della linearità del racconto. Infatti succede che la narrazione intensa e tesa della peregrinazione solitaria di Alessandro in America sia inframmezzata dalle voci degli ascoltatori notturni che il conduttore si porta dentro. E così il filo della solitudine di Ale nella affollatissima città americana (reso da una scrittura diretta, attenta, che rivela il groviglio interiore e il fondale urbano fatto di stazioni di metro, bar, grattacieli, luci) si mescola a intermittenza con gli sfoghi notturni di ascoltatori ben poco felici i quali usano di volta in volta linguaggi diversi, fiotti verbali concitati, gergalità amare. (…)La lievità quasi radiofonica di questo romanzo non nasconde una maggiore e più intensa profondità di tutto il corpo narrativo, che racconta con scrittura fresca ma anche complessa un disagio esistenziale e affettivo.Michele Fazioli, Circolo dei Libri, YouTubeIntervista di Lina Simoneschi, RSI ReteDue, 10 luglio 2020L’Osservatore, 22 maggio 2020Giornate letterarie di Soletta, 15-20 maggio 2020, 5 podcast con Carlotta Bernardoni-Jaquinta su Effetto Notte e le sue musiche (letture a cura della RSI)
Fabio Pagliccia, « Corriere del Ticino », 10 luglio 2019.Ruth von Gunten, Schweizer Revue, November 2019La radio…alla TV: interVISTA RADIOfonica di Debora Caccaviello per Turné, il settimanale letterario della Televisione (RSI). EFFETTO NOTTE garantito al minuto 8’30’’Librintasca, Intervista di Rossana Maspero, 1 novembre 2019. Sara Lonati, Viceversa Letteratura, 17 ottobre 2019.Il punto di forza di questo romanzo non consiste tanto in una trama avvincente o dei personaggi estremamente carismatici quanto nel genuino interesse per gli sviluppi umani del protagonista, uno spontaneo affetto che nasce verso un individuo così sperduto e incapace di ritrovarsi. Riccardo Angiolini su VoxReading.it, 4 luglio 2019.Vox Zerocinquantuno n.35 Luglio 2019Domenico Conoscenti, LuciaLibri, 22 giugno 2019.Sul finire del 2018 Pierre Lepori è uscito con tre pubblicazioni che segnano, indubitabilmente, il suo cammino letterario: le poesie di “Quasi amore” (Edizioni sottoscala di Bellinzona), il romanzo “Nuit américaine” (pubblicato in francese – un’auto traduzione – dalle Éditions d’en bas di Losanna) e i tredici monologhi che compongono “Klaus Nomi Projekt” Éditions HumuS di Losanna). Tre pubblicazioni che ci aiutano a conoscere meglio il suo mondo poetico. Geronimo Libri, Radio Svizzera Italiana, Rete Due, 19 febbraio 2019 Elda Pianezzi, Fiducia in un mondo segreto, « La Regione« , 29 ottobre 2018 Attualità culturale, Radio Svizzera Italiana, Rete Due, 30.10.2018Le voci nella notte. Una parola libera, magari un po’ ammaccata, la vita che pullula. E soprattutto: una vita che sembra esistere solo quando si può raccontare, dandole un’identità narrativa, fluida perché sul fiato, notturna, esitante. È anche un modo per dire che la letteratura non è un orpello culturale, ma una grande sfida contro il silenzio e le oppressioni di ogni tipo… Effetto notte è forse il mio romanzo più ottimista, che rivendica la necessità di «ri-scriversi continuamente», come dice Didier Eribon. «Diventa te stesso» è il motto, per nulla paradossale, di Nietzsche: vuol dire che non basta vivere, bisogna sapersi inventare, perdersi e trovarsi. Intervista con Luca Dorsa, «Viceversa letteratura», 12, 2018.
J’aimerais me présenter, m’expliquer, mais comment faire? Difficile de cadrer, de dessiner une image nette, pour quelqu’unə qui se revendique queer et non-binaire – c’est une longue histoire. Une vie chaloupante et grisante, jamais en ligne droite, parfois hors-sol. D’étape en étape, de lutte en lutte. Grandiə dans une province paumée (sorry Tessin…), j’ai fui à Milan, Florence, Naples, et terminé ma course d’études à Sienne, avec un mémoire de licence sur Luchino Visconti et le mélodrame. Je devins ensuite journaliste radio, une passion toujours galopante, avec trente ans bientôt au compteur. Et puis non, ça ne me suffit pas, je reprends par deux fois le chemin des écoles: une thèse à Berne, qui me donne le titre ronflant de docteurə; une formation en mise en scène à la Manufacture, d’où je sors sans diplôme. Depuis longtemps, j’ai posé mes bagages à Lausanne, j’aime cette ville à la bonhomie bobo, bien que je parte toujours autant. Pour trouver le calme et l’émotion, entre une ancienne petite gare dans la prairie aux Sciernes (FR) et Paris, entre Berlin et Barcelone, entre Rome et Montréal, où je passe désormais mes étés. Mais je ne suis pas voyageurə, il m’en manque le courage (sauf moralement peut-être) et la paresse est ma compagne (sauf dans l’écriture). J’écris, je vis, j’écris, je vis. Je me donne aussi le droit de créer au théâtre; parfois j’ose enseigner à la Haute école des Arts de Berne ou à l’Université de Genève: le queer, l’anarchie et le féminisme. Avec le temps, et après avoir fondé et dirigé une revue littéraire (“Hétérographe”), une petite trentaine de livres ont vu le jour, en italien et français sous ma plume; en anglais et allemand, grâce à des anges traducteurices. J’ai aussi joué ce rôle: j’ai adoré traduire Laederach et Roud, Penna et Rahmy (ou encore Lonati, Vischer, Daviddi...). Italien-français aller-retour, toujours un peu de traviole, queer in translation, portéə par la joie et le mélo, parfois par la rage. Ce site vous accueille dans mon chantier, soyez les bienvenues. (Lou Lepori)
Image d'en-tête: Nicoz Balboa
Photo: Matthieu Gafsou
Lo scopo di questo breve testo è presentarmi, ma come si fa? Queer e non-binary, ho dovuto lottare, impennarmi e dar battaglia, pur cercando di non perdere dolcezza e vulnerabilità. Cresciuto in Ticino – terra dura in cui il motto più ricorrente era “vola basso” – non ci ho messo molto a voler scappare: in Italia, prima, dove dopo Firenze (Milano e Napoli) ho finito per approdare a Siena, laureandomi con una tesi su Luchino Visconti e il Melodramma. Dopo un breve ritorno a Lugano, via di nuovo, questa volta (quasi) per sempre: a Losanna, nella Svizzera di lingua francese. Dico per sempre ma è un modo di dire, pur amando questo borgo selvaggio e colto, ho rimesso tante volte le gambe in spalla. Non per amore del viaggio, né per coraggio (temo di averlo solo moralmente), ma per bisogno di solitudine, di emozione, di scrittura: Berlino, Parigi, Londra, Barcellona, Roma, Perugia (e a volte un minuscolo villaggio della Gruyère) e poi soprattutto Montréal, dove passo le estati. In mezzo ci sono tante altre cose: trent’anni di lavoro appassionante per una radio culturale (Rete Due), un dottorato in Theaterwissenschaf all’Università di Berna, una formazione senza diploma in regia teatrale alla Manufacture, l’alta scuola universitaria delle arti sceniche. Oggi, a volte, tento d’insegnare: alla Scuola d’Arte di Berna (HKB) o all’Università di Ginevra: il queer, l’anarchia, il femminismo sono i miei temi di predilezione; e oso continuare a fare teatro – una passione da sempre illimitata. E poi: ho fondato e diretto una rivista letteraria (“Hétérographe”), ho pubblicato una trentina di libri, in italiano e in francese (a volte tradotti anche in tedesco e inglese); ho tradotto anch’io dal francese all’italiano e viceversa (Roud, Laederach, Ponti, Penna, Vischer, Lonati, Daviddi). Niente di rettilineo, tuttavia, tutto un po’ di sguincio e con furore o rabbia. Questo e altro troverete tra le pagine di questo sito, su cui vi auguro un caloroso benvenuto. (Lou Lepori)